Canto d’amore a Poggioreale

Dedicato agli abitanti di Poggioreale, deceduti nel terremoto del 1968.

Canto d’amore a Poggioreale 

Poggioreale 2

Una mattina mi recai a Poggioreale, in compagnia della mia Nikon; m’introdussi nel Corso Umberto I e il silenzio, unico protagonista, come una cappa pesante, iniziò ad opprimere la mia anima.

Improvvisamente avvertii le note di una canzone, mi girai di scatto ma non vidi nessuno.

Il canto, sempre più coinvolgente, che raccontava storie d’amore, sorrisi gioiosi e lacrime spezzate, proveniva dall’interno di un’abitazione, davanti alla quale, stranamente, albergava una scarpa scalcagnata.

Poggioreale 4

Si sa, la curiosità è femmina, così spostai il vecchio uscio e feci capolino in quella scala sdirrupata, dalle pareti scrostate. In cima, una donna tutta vestita di nero, di mezza età, almeno così mi sembrò, con la faretta messa,  mi guardò con fare interrogativo.

Poggioreale 23

Signora, mi scusi se la disturbo, posso farle qualche domanda, mi racconta cos’è successo, perché questo sfacelo?

Immagino che i suoi avi si trovassero qui; io, invece, sa, non c’ero nel 1968, o meglio ero altrove…

No, no, c’ero proprio io, così mi disse, ma lì per lì non ci feci caso, divorata dall’interesse per quel posto così singolare, un paese fantasma, una nuova Pompei…!

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Scese la scala, uscì sul marciapiede e iniziò a chiamare: Ciccioooo…Pippinooooo…Turidduuu…  Carmelaaaa…Vituzza…nisciti…nisciti…!

Scese la scala, uscì sul marciapiede e iniziò a chiamare: Ciccioooo…Pippinooooo…Turidduuu…  Carmelaaaa…Vituzza…nisciti…nisciti…!

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Improvvisamente, un turbine inaspettato mi fece girare su me stessa e, confusa, cercai di mettere a fuoco la mia vista appannata; Rosalia, la donna a cui mi ero rivolta, era ora vicino a me e parlava sorridendo con un gruppetto di persone che mi guardava incuriosito.

Vuole sapere cos’è successo, non è abbastanza chiaro che tra queste mura il respiro s’è fermato…

Nel frattempo, il paese si andava via via animando, ”animando”, perché di anime si parlava…

Poggioreale 6

Dai balconi si affacciarono bambini, che si nascondevano intimiditi dietro il vestito della mamma, ragazze, che, presa una sedia, continuarono a ricamare la loro dote, mentre le nonnine, alle loro spalle, narravano i  racconti mitici della  giovinezza.

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Ciccina si mise a parlare con Maria, sua dirimpettaia, pettegolando sulla figlia di Cosima, che aveva avuto l’ardire di rispondere al sorriso di Tano, il carrettiere.

Poggioreale 19

Le scalette delle persiane chiuse si aprirono un poco, lasciando scorgere sguardi incuriositi e orecchie tese, mentre voci più lontane urlavano… arritiratiiiiii..!

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Nella larga piazza Elimo, un via vai di persone erano occupate nelle loro faccende quotidiane, mentre ragazzi baffuti,  fuori dal bar, occhieggiavano bellissime ragazze brune a passeggio con la madre.

Poggioreale 9

Sul sagrato della Chiesa Madre, un gruppetto di donne, col rosario in mano, si accingeva ad andare ad ascoltare la Santa Messa.

Poggioreale Scuola

E’ l’una, dalla scuola elementare provenne il suono squillante della campanella, mentre bambini, dal grembiule nero col fiocco bianco, si riversarono sulla strada, correndo verso casa.

Nell’aria si andava diffondendo il profumo del ragù di maiale, che si combinava con quello piccante e amarognolo della qualedda soffritta, insieme ad altri effluvi che si spargevano nell’aria dalle finestre aperte…

Una tenda di pizzo, bianca, svolazzava da un balcone fiorito, dietro la quale scorsi il bacio di due sposi novelli.

Poggioreale 20 bis

Mi sembrò quasi di profanare quel luogo così vivo, di essere l’unico fantasma per via…!

La vita, lì, fluiva ancora: le mamme, sedute al tavolo della cucina, continuavano a leggere “Famiglia cristiana”, mentre le figlie, di nascosto, sognavano l’Amore con i fotoromanzi “Lancio”  e desideravano l’acquisto di un rossetto alla moda.

Poggioreale 7

Sognavano l’abito da sposa, il velo bianco, che nessun terremoto può avere infranto, perché è un sogno eterno, che va al di là del tempo…!

Camminavo quasi in punta di piedi, non volevo disturbare, mi sentivo un’intrusa tra tanti sogni e progetti infranti…

Mi avviai verso l’uscita del paese e salutai tutti quei bei volti col soffio di un bacio.

Poggioreale

Nicole Valents

Foto di Andrea Calcagno

12 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ainafets ha detto:

    Trovo questo racconto emozionante! Mi incanta ogni volta che lo rileggo! Una città che riprende vita..usi e costumi riemergono in un attimo.. ed è bellissimo essere spettatori di questo scenario! Bravissima :* e bravissimo il fotografo!!!

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    1. Grazie..mi fa molto piacere che ti piaccia..!! 🙂

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      1. Ainafets ha detto:

        🙂 🙂 🙂

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  2. time2lifestyle ha detto:

    Cara Nicole, ho visto il messaggio che hai lasciato a Mariapia in Polyvore e mi sono incuriosita. Complimenti per questo bellissimo racconto che unito alle immagini ridà vita ad un luogo abbandonato.
    Con affetto Tiziana

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    1. Ciao Tiziana..che piacere leggerti qui..non avevo notato che tu avessi un blog..!!
      Sono felice di seguirti..!!
      Ti auguro buona giornata

      Un abbraccione ❤

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      1. time2lifestyle ha detto:

        Grazie mille cara Nicole. Se non avessi letto il messaggio in Polyvore sarebbe stato difficile trovarti in questo mare di bloggers. Buona settimana.

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    2. Dimenticavo..grazie per i complimenti..che fanno sempre molto piacere..!! 😉

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      1. time2lifestyle ha detto:

        Meritati!! Scrivi benissimo e sarà un piacere seguire le informazioni sulla tua bella terra.

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      2. Grazie..sei molto cara..!! ❤

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  3. marzia ha detto:

    Il mio apprezzamento per le foto…
    Hai una vis potente.
    Sono una giornalista di 60 anni e mi son occupata di poesia e di fotografia.

    Sai, anche in Campania avemmo un terremoto.
    23 novembre 1980..
    …capisco quanto scrivi di vibrante..commovente….coinvolgente.
    Il mio calzolaio mi raccontava che quando tornò a Lioni ( Avellino) c’erano centinaia di bare…
    Io vivevo all’epoca a Salerno; avevo i figli piccoli …
    ….l’urlo della terra squassata non l’ho dimenticato per anni.
    Nè il terrore di un intero minuto di finimondo.
    Sai, stavo leggendo al mio primo figlio ( Angelo che ora ha 39 anni ) la favola de “La Lampada di Aladino”..
    Il fratellino, Emanuele ( oggi in Veneto 35 anni), era nella culletta e dormiva…
    Sembrò interminabile…
    Una esperienza che mi ha segnata e che mi fa essere vicina a chi ha subito lo stessa sciagura.

    Dalle mie parti si dice …” Chi patisce capisce..”
    In Campania dopo il 23 novembre del 1980 si contarono 280.000 sfollati, 8.848 feriti e… 2.914 morti.

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    1. Grazie Marzia per i complimenti..e per il bellissimo commento..!!
      Ricordo il catastrofico terremoto dell’Irpinia: stavamo tutti incollati davanti al televisore..sgomenti..mentre ogni giorno che passava aumentava il numero dei morti in modo esponenziale..!!
      Sono drammi imprevedibili..che non vorrebbe vivere nessuno e che lascia in ciascuno di noi..uomini di tutti i tempi..un senso di impotenza.. di fronte a tanta violenza generata dalla Natura.

      Ti invio un abbraccio affettuoso e l’augurio di una buona giornata..!!
      P.s. Grazie per i video molto interessanti..!! 🙂 🙂 🙂

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