Minne di Sant’Agata

Andrea Calcagno

Buongiorno, stamattina apro le danze con un dolce dall’aspetto regale e seducente, rivestito di glassa bianca e sormontato da una ciliegia rossa candita, immerso nelle trine del pirottino.

Ha un nome piuttosto curioso, si chiama minna di virgini, perché ricorda per la sua forma sferica un seno di una giovane donna. Viene anche detta minna di Sant’Agata, perché a Catania si preparano in onore di Sant’Agata, che è la santa protettrice della città.

Probabilmente è un’antica tradizione che deriva da antichi culti femminili, precedenti al culto della santa.

Vi sono minni di vergini in altre località della Sicilia, famose sono quelle di Sambuca di Sicilia, che però hanno un altro aspetto, altrettanto goloso.

Immagine reperita in Internet

Entrambe hanno un ripieno diverso, quelle catanesi sono ripiene di ricotta di pecora addolcita con lo zucchero, gocce di cioccolato fondente e canditi; quelle di Sambuca di Sicilia, invece, sono ripiene di biancomangiare, gocce di cioccolato e zuccata.

L’origine delle minni di Sambuca di Sicilia risale al 1725 e si attribuisce a Suor Virginia Casale di Rocca Mena, che le creò per allietare il banchetto di nozze del figlio della Marchesa di Sambuca. Si dice che si sia ispirata a due dolci colline che fronteggiavano la sua finestra.

Le due specialità sono dunque una delizia, vanto della pasticceria siciliana, e un vero piacere per gli occhi.

Penso di avervi addolcito il risveglio, non mi resta che augurarvi buona giornata.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Andrea ha detto:

    Ottima spiegazione 😉

    Adesso ho anche un certo languorino 🤣

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    1. Grazie mille per la bellissima foto 😁😁😁

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